Rieccoci.
Lo so, sono ripetitiva, ma come ve le racconto le Svalbard?
Sono il simbolo più importante in Norvegia dell’adattamento dell’uomo alla natura più estrema. Sono le isole degli orsi bianchi, delle miniere.
Sono le isole delle esplorazioni polari.
Sono il luogo prescelto per ospitare il caveau più importante del mondo: quello che conserva tutti i semi delle specie in natura.
Spesso mi viene chiesto di andarci in inverno e, non vi nascondo, che forzo la mano per far cambiare idea ai miei ospiti. Le Svalbard non sono uno scherzo, non sono facili. Sono uno di quei posti al mondo dove veramente serve una coscienza forte, ed una altrettanto forte conoscenza, per sapere dove stiamo andando. Io impazzisco per fine aprile – inizio maggio, quando i ghiacci si sciolgono ed il sole è già alto per 24 ore al giorno.
C’è ancora neve e si può correre in motoslitta. Ma c’è anche luce ed i trichechi che vi guardano spanciati su una lastra di ghiaccio valgono da soli il viaggio. E gli orsi bianchi? Meglio provare a luglio ma occhio!
Scegliete delle vacanze con una guida certificata che, per le Svalbard, è necessariamente anche un ranger. Già, avete capito bene, si gira armati.
Ma questo non vuol dire che si possa sparare agli orsi.
Il fucile serve solo in caso estremo di difesa perché, fino a prova contraria, l’orso alle Svalbard ha sempre ragione.